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Nel perseguimento del mantenimento dello stato di salute, l’uomo nella sua evoluzione ha escogitato svariate forme di intervento. La storia della medicina sottolinea come tra egemonia e subalternità, tra convenzioni e persecuzioni, l’uomo abbia costellato il proprio passato di numerosi modelli e indirizzi terapeutici.

Volendo suddividere, per comodità espositiva, gli indirizzi terapeutici, possiamo riferirci a Boilard, 1989, ed alla seguente dicotomia:

- Ortodossia medica (medicina convenzionale): empirica, fondata su talenti diagnostici e terapeutici, sostenuta dalla tecnologia (applicazione efficace della scienza).

- Eterodossia ( medicine complementari): insieme di medicine differenziate alle quali corrispondono delle discipline vecchie e nuove, la cui pratica costituisce lo schema di base di una medicina olistica. (Boilard, 1989, Skrabanek)

Elenchiamo di seguito gli indirizzi terapeutici attualmente rintracciabili negli scenari salutistici per poter meglio formulare trattazioni ed escludere eventuali fraintendimenti.

Medicina tradizionale, o medicina di tradizione, con questo termine si intendono tutte quelle pratiche che affondano le origini in tempi così lontani (basandosi su millenni di applicazione e tramandandola da una generazione all’altra), tanto da non poterne datare la nascita, come la medicina tradizionale indiana o la medicina tradizionale cinese; le medicine tradizionali sono medicine energetiche dove la parola malattia viene sostituita con squilibrio; l’atto terapeutico viene pertanto praticato nell’ottica di riportare l’individuo allo stato armonico, ripristinando il corretto equilibrio fisico-psichico-sociale; secondo l’anatomia tradizionale l’uomo è composto da più controparti definiti “corpi sottili”, ed è proprio in essi che prende avvio lo squilibrio che successivamente verrà trasmesso verso il corpo materiale. Nelle medicine tradizionali è impossibile definire i confini tra l’approccio medico, filosofico e religioso, esattamente il contrario di ciò che avviene nelle scienze biologiche e nella medicina odierna: distacco completo dalla filosofia, dalla religione e da approcci metafisici e spirituali dell’uomo. L’aspetto mistico e religioso è rintracciabile in tutte le scienze antiche, compresa l’anatomia, la fisiologia e la medicina.

La medicina tradizionale si distingue da quella popolare in quanto nella prima l’utilizzo si è perpetuato nel tempo con continuità, mantenendosi fedele ai principi secondo i quali è nata; la medicina popolare è qualsiasi metodica terapeutica diffusa nell’ambito familiare o sub-culturale, non riconosciuta dalla medicina ufficiale, nella quale possono mancare i caratteri di continuità (il cui utilizzo non ha subito interruzioni) e di antichità (può essere, cioè, una pratica di origine antica o recente); inoltre i principi base possono anche subire, nel tempo, delle sostanziali modifiche.

- Medicina convenzionale, termine nel quale rientrano tutte le pratiche terapeutiche riconosciute ufficialmente dal sistema sanitario pubblico; quindi rientra in tale termine la medicina accademica, che si può anche definire come: medicina ufficiale, medicina contemporanea, medicina allopatica. Volendo la si può anche chiamare Medicina occidentale, in riferimento alla diffusione del corpus ippocratico.

- Medicina non convenzionale, che congloba tutte le pratiche terapeutiche non rientranti nelle medicine convenzionali, quindi: le medicine tradizionali, le medicine complementari. Recentemente il parlamento europeo ha voluto optare per l’uso di questo termine per indicare qualsiasi pratica che si discosti dalla medicina ufficiale (convenzionale), in riferimento alla Risoluzione del parlamentare europeo Lannoye “Sullo Statuto delle medicine non convenzionali”.

Bisogna però considerare il rischio di cadere nella situazione paradossale, che una pratica considerata non convenzionale, nel momento stesso in cui venga riconosciuta ufficialmente, entri a far parte delle pratiche convenzionali e quindi non possa avvalersi della terminologia di "pratica non convenzionale".

- Medicine complementari, a detta di molti esperti questo termine è l'unico in grado di soddisfare le caratteristiche presenti nell'insieme di pratiche terapeutiche e preventive, presenti nel corpus delle innumerevoli "altre" medicine. Difatti nell'etimologia del termine troviamo il riferimento a pratiche che si rivelano in qualsiasi modo utili, per il fatto di trovarsi accostate, connesse, inserite l'una nell'altra, con chiaro riferimento all'integrazione vicendevole con la medicina ufficiale. Un rapporto reciproco che attua il tanto auspicato olismo terapeutico e permette la convivenza dei vari indirizzi legislativi.

- Medicine parallele, pratiche terapeutiche, che possono affiancarsi alla medicina ufficiale sostenendola, sinergizzandola, coadiuvandola. Sono nate in occidente, come ad esempio la riflessologia plantare originaria dell'antico Egitto. Sovente il terapeuta tende ad imitare le attività mediche.

In particolare, per quanto riguarda la formazione, si programmano corsi di insegnamento dai tre ai cinque anni. La formazione obbligata, permette di legittimare la pratica terapeutica al giudizio della società.

Negli ultimi anni queste pratiche parallele sono nate come reazione ai "vuoti" che la medicina ufficiale presenta e sovente sono gli stessi medici ad occuparsene.

- Medicina naturale, qualsiasi forma terapeutica nella quale i rimedi sono disponibili in natura o richiedono un minimo intervento di trasformazione. E’ il grado di naturalità che determina il valore; il rimedio naturale è già pronto in natura e non necessita di alcuna manipolazione. Tutte le medicine tradizionali sono naturali, ma non tutte le medicine naturali sono tradizionali (ciò dipende dall’uso più o meno recente). Attributi delle medicine naturali sono: semplicità, genuinità e spontaneità.

Medicina alternativa, termine che vuol indicare le pratiche mediche che possono in alcune situazioni sostituire la medicina ufficiale, ovvero che si pongono come “alternative” alla medicina convenzionale. Ormai non più usato, perché molto generico e riduttivo, indica prevalentemente una medicina diversa dalla convenzionale; un suo sinonimo è “l’altra medicina”, considerando che il termine "alternativo" si propone come dilemma da risolvere, o scelta tra due possibili soluzioni.

- Medicina moderna, con la quale si intende lo sviluppo scientifico medico avvenuto nell’epoca moderna (1492 - 1815). Il precursore di tale medicina viene sovente identificato nella figura del medico svizzero Teofrasto Paracelso (1493 - 1541), ma come tutti sappiamo è nel corso del 1800 che si giunge alla scoperta dei microrganismi e che le conoscenze anatomo-patologiche portano alle grandi rivelazioni nell’ambito medico-scientifico. La medicina accademica contemporanea si basa sullo sviluppo della medicina moderna.

- Naturopatia, termine altamente discusso e controverso, come riportato dall'OMS, 1984, da Robert J. Bloomfield. Per alcuni il termine "naturopatia" indica l'insieme di tutte le forme di medicina non allopatica; per altri indica le pratiche della medicina tradizionale che fanno uso di formule terapeutiche molto semplici, con uno sfondo filosofico e religioso, tanto che nelle sue origini viene definita "La filosofia della terapeutica naturale".

La British Naturopathic and Osteopathic Association, descrive la naturopatia come "la capacità di auto-regolazione, di adattamento e di auto-cura dell'organismo umano".

Ecco perché "tutti i sistemi di medicina contengono un elemento grande o piccolo di naturopatia" (ibidem).

Si vuole ricordare che tale termine non può soddisfare le componenti preventivo-terapeutiche di tutte le medicine e pratiche non convenzionali, essendo un buon numero di queste relativamente naturali o per niente naturali. Inoltre se è vero che nella naturopatia, come intesa negli ultimi anni, si rintracciano numerose pratiche naturali, comunque non tutte, è altresì vero che molte delle più antiche e diffuse ne restano escluse.

Altri termini quali: medicina dolce, medicina di sostegno, medicina integrativa, medicina delle energie, sono talmente vaghi da dare adito a confusione, quindi se ne sconsiglia l’utilizzo. (V. Sanfo, 1998).

p. A.E.ME.TRA. Il Presidente Dott. Valerio Sanfo